Storia

We went through a number of little Alpine village, Crosara, Tortima, Fontanelle, Rubbio. We had soon risen more than three thousand feet above the plain, which lay far beneath, spread out gloriously like a richly coloured carpet, green, white and brown, through which ran two broad, twisting, silver threads, the rivers Brenta and Astico. […] Snow lay thick on the higher levels and the pine and fir trees were all snow-crowned. Sometimes the road ran along the edge of rocky gorges, dropping sheer for hundreds of feet below, with a great mountain wall on the other hand rising sheer above us. The air grew perceptibly colder as we mounted higher…Hugh Dalton

Le vicende di Tortima sono sempre state legate a quelle della popolazione dell’altopiano dei Sette Comuni, facendo parte per secoli, parimenti col restante territorio dell’ex Comune di Conco e di gran parte dell’area collinare del marosticense, delle cosiddette contrade annesse (un insieme di borgate ritenute all’epoca legittimi membri del Comune di Lusiana e per esso uniti in un sol corpo coi Sette originari laonde parteciparono fraternemente degli stessi privilegi). I confini di questo territorio vennero infatti fissati già nel 1262. Tortima, sotto l’egida della Federazione dei Sette Comuni (una piccola nazione indipendente nata nel 1310 dall’unione dei Comuni altopianesi) fu pure teatro di un importante episodio avvenuto durante la guerra tra la Repubblica di Venezia (alla quale la Federazione si unì nel 1405) e la Lega di Cambrai nel 1509: il principe di Anhalt fu respinto proprio mentre cercava di salire sui monti, tale episodio era ricordato nell’alabarda inserita nello stemma del soppresso Comune di Conco. Per approfondire tale episodio rimandiamo a questa pagina.

Successivamente, anche la frazione di Tortima e i suoi abitanti vissero in prima persona le vicende della Grande Guerra, evento che ha segnato profondamente tutta la montagna vicentina e l’acrocoro altopianese in particolare, tanto che ancor oggi rimangono visibili sul territorio i segni di quegli eventi: proprio lungo le contrade davanti, nel maggio del 1916, durante l’Offensiva di Primavera (Frühjahrsoffensive) scaturita dagli imperiali, era stata progettata l’ultima linea difensiva italiana (che partiva dal Monte Campolongo e terminava a Laverda) nel timore che gli austro-ungarici potessero arrivare fino al piano: ancor oggi sono visitabili a Tortima numerose gallerie passanti costruite direttamente nella roccia e si possono osservare, con un po’ di attenzione, anche i segni di diversi tratti di trincee. Si deve poi alla guerra la costruzione di numerose arterie stradali, come le strade che portano a Bassano e a Rubbio o la stessa strada che collega le contrade Tortima e Busa (ov’era ubicato l’ospedaletto da campo n. 147 della 7^ compagnia sanità di Ancona). Una strada progettata dal Genio inglese doveva inoltre collegare Tortima a Crosara, ma non venne mai costruita per la fine della guerra. Anche due teleferiche collegavano Tortima con le vallate del marosticense (Valle S. Floriano e Vallonara) mentre altre due linee di teleferiche passavano per contrada Boffi. A Tortima per un certo periodo (dal 9 novembre al 22 dicembre 1917 e poi dall’8 al 25 gennaio 1918) fu accantonata pure la leggendaria Brigata Sassari, periodo durante il quale il capitano del 151° Reggimento, Eugenio Niccolai, che morirà solo una settimana dopo aver lasciato le nostre contrade, sul Col del Rosso, si fidanzò con una ragazza del posto (Amabile Crestani) che poi per anni conservò a Tortima la formella a forma di stella contenente la foto del capitano quando la salma dello stesso – insignito in seguito di medaglia d’oro al valor militare – venne traslata da Fontanelle a Macerata (suo paese d’origine) nel 1924. Nel 2008, dopo la morte di Amabile, la fotografia è stata donata al museo “Battaglia dei Tre Monti” di Sasso di Asiago (altre informazioni si possono leggere qui). Diverse altre Brigate di Fanteria sostarono a Tortima o nelle frazioni circostanti (come Fontanelle, Crosara e Pradipaldo) in particolar modo tra la fine del 1917 e l’armistizio del novembre 1918 (quando cioè la fronte si spostò sulla linea dei Tre Monti), in particolare a Tortima vennero accantonate la Brigata Veneto (dal 12 marzo al 7 giugno 1917) e la Brigata Padova (dal 6 al 25 luglio 1918). Una lapide posta sulla chiesa di Fontanelle ricorda poi i tragici fatti che coinvolsero operai militarizzati della zona: nel 1915 numerosi paesani perirono a causa di una slavina mentre stavano lavorando per l’esercito italiano nei pressi di malga Pusterle, sotto i contrafforti del monte Verena (recenti studi storici ritengono che la slavina in realtà fosse caduta dal monte Portule e non dal monte Verena). A Tortima, nei 41 mesi di guerra, non solo sostarono militari in riposo ma passarono colonne di soldati dirette al fronte o verso la pianura e, nel 1918, quando cioè arrivarono sull’altopiano anche le truppe alleate, venne organizzata una grande parata (sul monte Coldo) dove si trovarono alcuni tra i più alti ufficiali dislocati in zona (i comandanti della 6^ armata e del XIII Corpo d’Armata oltre che generali francesi ed inglesi) con l’eccezionale presenza del principe di Galles, il futuro re dell’Impero britannico Edoardo VIII (foto a destra scattata proprio a Tortima).

Durante la seconda guerra mondiale invece, nei pressi di Tortima si instaurarono le prime formazioni partigiane dell’altopiano, proprio a Tortima arrivò il maggiore britannico John Providence Wilkinson accompagnato dai partigiani locali per studiare le posizioni nemiche, poco dopo si scatenò la rappresaglia nazi-fascista contro i partigiani altopianesi: il 5 settembre 1944 salirono colonne di militari tedeschi da Bassano e in contrà Alto incendiarono una casa e requisirono 6 vacche, il giorno dopo (quando partì il grande rastrellamento sul Bosco Nero) i fascisti uccisero a Tortima un ragazzo di contrà Berti mentre arrestarono il fratello e diedero fuoco alla loro abitazione. I deportati in Germania delle contrade davanti di cui si ha notizia, furono 17. Nel 1948 al Comune di Conco venne concessa la Croce di Guerra al Valor Militare per i numerosi rastrellamenti e le rappresaglie subite dalla sua popolazione che lottava per la Liberazione.

Oggi, dopo il forte spopolamento della montagna avvenuto durante il periodo del boom economico italiano, al quale va aggiunta l’intensa emigrazione avvenuta nei primi decenni del secolo scorso, Tortima e le piccole contrade che vi gravitano attorno contano non più di centocinquanta abitanti (nei censimenti dei primi decenni del ‘900 si contavano oltre 600 persone), molti dei quali hanno legami con parenti emigrati in mezzo mondo, in Francia, Belgio ed Oceania in particolare.



La citazione nell’incipit di questo paragrafo è tratta dal volume di Hugh Dalton, luogotenente della Royal Garrison Artillery,
With British guns in Italy: a tribute to Italian achievement, Londra, 1919.